Monica ha individuato una serie di interessanti punti di incontro tra l'arte di parlare in pubblico e quella di promuovere la propria immagine e la propria attività sul web, riflessioni che desidero condividere con te.
Per maggiori informazioni su Monica e sulla sua attività, visita il suo blog: Acapoverso.it.
da cui è tratto il post che segue:
Il public speaking per il tuo personal branding
Personal branding e public speaking sono strettamente collegati: quando parli in pubblico devi esprimerti al meglio perché, in quel momento, stai generando un’impressione su chi hai di fronte. Ci metti la faccia e parli di te o di qualcosa a te molto vicino: il tuo intervento diventa un tassello d’acciaio, un frammento indelebile nella memoria e nella percezione che le persone avranno di te.
Ma quanto è difficile parlare davanti ad una platea di sconosciuti?
Se soffri come me di glossofobia, la paura di parlare in pubblico, ti racconto cosa ho imparato in un week end intensivo dedicato al public speaking. E qualche riflessione su quanto, in realtà, parliamo spesso in pubblico, senza quasi accorgercene e senza darci il giusto peso, ogni volta che scriviamo un contenuto sui social o un articolo nel nostro blog.
Public speaking tra paura e pensieri limitanti
Parlare in pubblico è in genere fonte di ansia. Cuore che batte all'impazzata, vampate di rossore intermittente, saliva mancante o troppo abbondante, sensazione di svenimento da sincope annunciata: tutti sintomi che conosco bene e dei quali desidero da sempre liberarmi.
In realtà, se ci penso, ho già affrontato il pubblico: a scuola durante le interrogazioni, all'università quando discutevo la tesi o durante un intervento in una riunione in ufficio. Ma un conto è parlare e un altro è comunicare in modo efficace. Per raggiungere le persone che hai di fronte e mandare un messaggio corretto servono tecniche e accortezze precise. Prima di tutto per superare l’ansia che ci paralizza. Come? Solamente con la pratica. Si, non c’è scampo e non esiste altro modo per superare una paura che nasce da un pensiero, il tuo: di non essere all'altezza, di fare brutta figura, di essere giudicato. Le idee che bloccano e limitano, si aggirano solo con l’esercizio e qualche buon accorgimento pratico.
Respira, occhi al pubblico e inizia con il botto
Per entrare nel vivo della materia ho avuto come coach Chiara Moletta, giovane e bravissima consulente di public speaking e ho frequentato un suo corso intensivo: un week end all'insegna di teoria, pratica, cardiopalma ma anche risate e nuovi stimolanti incontri.
Dei tanti suggerimenti e insegnamenti di Chiara, quelli più semplici che voglio condividere riguardano tre elementi che possono fare la differenza se hai paura, come me, di parlare in pubblico: il respiro, lo sguardo e l’incipit del tuo discorso.
Il respiro
Respirare è l’unica attività essenziale alla vita, la più naturale ma anche la più inconsapevole. Ti fermi mai un attimo durante la giornata ad osservare il tuo respiro? No, vero? Normale, nemmeno io lo faccio. In effetti non ne abbiamo bisogno: in genere l’aria fluisce da sempre, senza sforzo e spontaneamente dentro e fuori di noi. Eppure, proprio quando siamo in tensione, quell’atto automatico e semplice diventa difficile e ci chiede attenzione.
Le tecniche per imparare a gestire il respiro, e dunque l’ansia, sono le basi da imparare per una buona comunicazione dal vivo. Perché per parlare bene, devi respirare al meglio.
Lo sguardo
Guardare il tuo pubblico è importante: collegare il tuo sguardo a chi ti sta di fronte, andare oltre le sensazioni a pelle di simpatia o antipatia, umori e impressioni serve a generare un contatto sincero con chi ti sta ascoltando. Devi farlo però in modo democratico, senza fissarti su qualcuno in particolare ma rendendo partecipe del tuo interesse tutta la platea che si sentirà in tal modo interamente considerata.
L’incipit
L’inizio della comunicazione davanti ad un pubblico, come nel testo scritto, ha la funzione di attrarre le persone in modo da coinvolgerle e guadagnare la loro attenzione. Alcune modalità con cui iniziare un intervento sono le stesse che si possono applicare genericamente alla comunicazione online come ad esempio:
- creare un effetto sorpresa, spiazzando il pubblico e stravolgendo le sue aspettative;
- porre una domanda;
- iniziare con il racconto di un aneddoto;
- esporre una citazione.
Parlare in pubblico e comunicare online: le analogie
In effetti, a ben guardare, quanto nella realtà tutti noi sperimentiamo quotidianamente il public speaking e, al contempo, contribuiamo al nostro personal branding?
Un po’ con la stessa mancanza di consapevolezza con cui naturalmente respiriamo, anche quando usiamo i social network o scriviamo nel nostro blog personale, siamo spesso poco coscienti che stiamo in realtà parlando davanti ad una reale platea composta dai nostri collegamenti e pubblico di lettori. Cambiano il contesto e le modalità espressive ma alcuni elementi non svaniscono, semplicemente si trasformano: la voce in parola scritta o immagine, i gesti in emoticon e icone, l’aspetto fisico e il look in foto personali, la prossemica in quantità e modalità di interventi.
Hai mai pensato che quando prendi la parola sui social stai facendo anche tu public speaking? E, soprattutto, stai generando un’impressione su chi ti legge, anche se lo fai in uno spazio web. Le regole basilari dell’educazione, del buon senso e della buona comunicazione, rimangono dunque le stesse. Esserne consapevoli è un primo passo per curare al meglio anche il proprio personal branding.
Migliorare il tuo public speaking con un corso ad hoc è un buon modo per metterti alla prova, allenarti e superare qualche idea limitante. Per me è diventata un’occasione per riflettere su me stessa e sulle modalità con cui nella vita di ogni giorno uso, abuso o spreco le possibilità di usare le meravigliose potenzialità che la comunicazione offre nei vari contesti, siano essi fisici o online.
E tu hai mai pensato di frequentare un corso di public speaking per il tuo personal branding?