Queste, non sono altro che fugaci alterazioni della nostra mimica facciale che si verificano in seguito ad un evento o a qualcosa che ci viene detto. La loro affidabilità viene dal fatto che si tratta di reazioni spontanee, che possono durare anche un solo secondo, e che si dipingono sul nostro volto prima che riusciamo a registrare, a livello conscio, l’emozione che le ha provocate. In altre parole, sono espressioni che assumiamo inconsciamente, e che non siamo quindi in grado di controllare.
L’argomento è sicuramente affascinante, ma ti posso assicurare che, nella maggior parte dei casi, non avrai bisogno di saper cogliere le microespressioni tipiche di chi mente, per capire se la persona che hai di fronte ti sta dicendo una bugia. Ti basterà semplicemente fare attenzione alle incongruenze tra il linguaggio verbale del tuo interlocutore (le parole che dice) ed il suo linguaggio non verbale e paraverbale (il modo in cui si muove e parla).
Quando qualcuno dice la verità, infatti, questi tre linguaggi sono coerenti tra loro. Ad esempio, una persona che si dichiara felice e che, mentre lo fa, sorride con bocca e occhi e parla con un tono di voce allegro, probabilmente sta dicendo la verità, poiché tutti i segnali inviati dal suo corpo e dalla sua voce sono coerenti con le sue parole.
Chi mente, invece, tende a rivelare inconsciamente la propria bugia attraverso alcuni segnali del corpo tesi a “dissociare” le proprie azioni dalle parole appena pronunciate:
- Alcune persone, ad esempio, non riescono a reggere lo sguardo del loro interlocutore, e parlano tenendo gli occhi bassi o rivolti altrove.
- Altre, invece, spostano istintivamente lo sguardo in alto a destra, rovistando nell’emisfero cerebrale in cui ha sede il pensiero creativo (dopotutto, mentire richiede spesso e volentieri una buona dose di creatività).
- Altre ancora, tengono gli occhi sgranati e non sbattono le palpebre, fissando la persona che hanno di fronte con aria sorpresa, quasi a voler dire “ma come puoi pensare che io stia mentendo, quando ti sto guardando dritto in faccia così apertamente?!”.
- Molte persone, poi, si coprono gli occhi, la bocca o parte del viso, ricorrendo ad un tipico atteggiamento di negazione e autodifesa.
- Altre, infine, fanno scatti repentini all’indietro, subito dopo aver mentito, nel tentativo inconscio di “scansare” la bugia che aleggia nell’aria di fronte a loro.
In generale, potremmo quindi dire che tutti gli atteggiamenti che esulano dalla norma del contesto e/o mostrano incoerenza tra i vari livelli del linguaggio, sono da considerarsi quanto meno sospetti, e vanno analizzati attentamente, per verificare se nascondono o meno una bugia. Altrettanto sospette sono tutte le reazioni verbali e paraverbali eccessive, quali lunghe giustificazioni non richieste, o espresse con un tono di voce alterato.
Ma cosa c’entra tutto questo con il public speaking?, ti starai chiedendo. C’entra eccome, poiché nessun oratore potrà mai considerarsi un comunicatore efficace, se non riuscirà a conquistare la fiducia del suo pubblico, risultando ai suoi occhi sincero, credibile e affidabile. Compreresti mai qualcosa da un tizio che ha tutta l’aria di essere un truffatore? Offriresti mai un incarico importante ad una persona poco affidabile? Immagino di no! Per questo, quando interagisci con qualcuno, devi sempre assicurarti che tutti i segnali comunicativi che invii siano coerenti tra loro, moltiplicando così l’efficacia e la credibilità del tuo messaggio.
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