Chiara Moletta - Public Speaking
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speaker si diventa

Dillo con le mani...

14/2/2016

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Italia: patria dei gesticolatori… Ti ho già spiegato, in uno dei miei primi post, che la comunicazione non verbale – il cosiddetto “linguaggio del corpo” – è fondamentale per veicolare un messaggio in modo efficace. Quello che non ti ho detto, ma che ti svelo ora, è che lo strumento principe di questo linguaggio sono le tue mani.
Perciò, se anche tu sei fra quelli che si chiedono “ma dove devo tenere le mano quando parlo in pubblico?” sei capitato sul post giusto.
​

Regola numero uno: quando entri in scena, le tue mani (così come le tue braccia) dovrebbero essere abbandonate lungo in fianchi e iniziare a muoversi solo quando inizi a parlare, per accompagnare, sottolineare e rafforzare tutto ciò che esprimi a livello verbale e paraverbale.

Regola numero due: per nessun motivo dovrai nascondere le mani mentre parli in pubblico, perché, a livello inconscio, chi ti guarda percepirà il tuo gesto come un segnale del fatto che, molto probabilmente, “hai qualcosa da nascondere”. Quindi niente mani dietro la schiena, che fanno molto “bimbo colto in flagrante mentre ruba la marmellata”, né mani in tasca che, pur dandoti un’aria amichevole ed informale, potrebbero farti apparire, agli occhi di qualcuno, un po’ troppo arrogante e sicuro di te.
Se poi, mentre tieni una mano in tasca, ti metti a giocherellare con il mazzo di chiavi che si trova al suo interno, è fatta: il pubblico si lascerà distrarre dal tintinnio e smetterà di prestarti attenzione.

Se tutto ciò non bastasse a convincerti che è sempre consigliabile tenere le mani bene in vista, fai una prova pratica: posizionati davanti allo specchio e prova a parlare per tre minuti, mentre spieghi un concetto, senza muovere le mani. Ti renderai conto di come sia difficile e di quanto le tue parole sembrino perdere efficacia quando non sono accompagnate da un movimento di braccia e mani. Allora perché “nascondere” uno strumento fondamentale per aumentare l’efficacia del tuo discorso?

Certo, vanno fatte le dovute distinzioni… perché se è vero che è bene tenere sempre le mani in vista, è altrettanto vero che ci sono alcuni gesti e movimenti  che andrebbero visibilmente evitati.
Innanzitutto, ti sconsiglio di ricorrere a gesti accusatori e volgari quali corna, dito medio e gesto dell’ombrello. Lo stesso vale per gesti come il pollice alzato e il segnale di “OK” (punte di pollice e indice che si toccano) quando non sei sicuro che il pubblico presente in sala sia composto interamente da tuoi connazionali. Per i Nigeriani, infatti, il pollice alzato è l’esatto corrispettivo del nostro dito medio, mentre per i Francesi il nostro gesto dell’ok significa “zero”, “nullità”, per i Giapponesi simboleggia una richiesta di denaro e per i Greci è un modo volgare per indicare che una persona è omosessuale.

Oltre ai gesti codificati che ho appena elencato, andrebbero evitati  tutti i movimenti delle mani che rivelano stress e insicurezza (rigirarsi un anello attorno al dito, toccarsi il collo, torcersi le dita come Lady Macbeth) e i segnali di menzogna (mani che coprono gli occhi o la bocca).
​
Al contrario, è consigliabile gesticolare con le mani sollevate all’altezza degli occhi, perché il viso è la parte del corpo dello speaker che il pubblico osserva maggiormente. Ne consegue che i gesti delle mani compiuti in prossimità del volto (senza coprirlo) risulteranno doppiamente efficaci, contribuendo maggiormente alla riuscita del tuo discorso.

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    Autore

    Chiara Moletta, classe 1985, dottore magistrale in Lingue e Letterature Europee, Americane e Postcoloniali e specialista in tecniche e strategie di comunicazione efficace e assertiva applicate al Public Speaking.

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