Beh certo, tutte queste cose aiutano e insieme possono favorire l’efficacia di un processo di comunicazione, ma nessuno di questi elementi, da solo, può essere considerato come la chiave di svolta per trasformarci in eccellenti comunicatori. Questo ruolo spetta infatti ad un’altra abilità, tanto rara quanto preziosa: l’intelligenza emotiva.
Se ti stai chiedendo di cosa si tratta, te lo spiego subito: l’intelligenza emotiva è la capacità di comprendere pensieri, emozioni e comportamenti propri ed altrui e di utilizzare questa consapevolezza per migliorare il proprio rapporto con se stessi e con gli altri.
Il bello dell’intelligenza emotiva è che le sue quattro componenti sono delle abilità che si possono apprendere e migliorare. A differenza del quoziente intellettivo, infatti, il QE (quoziente emotivo) non è determinato alla nascita, ma può essere aumentato nel corso della vita. Questo significa anche che non è mai troppo tardi per diventare dei bravi comunicatori e che nessuno, potenzialmente, è escluso dalla possibilità di riuscirci.
A questo punto vorrai sapere quali sono queste quattro competenze che possono aiutarti ad aumentare il tuo quoziente emotivo…
Le prime due, note come abilità “individuali” sono autoconsapevolezza ed autocontrollo. Con il termine autoconsapevolezza, mi riferisco alla capacità di riconoscere e comprendere i nostri pensieri, le nostre emozioni e i comportamenti che ne derivano. Un bravo comunicatore dovrebbe riuscire a capire quali sono le emozioni che prova quando interagisce con il suo pubblico/interlocutore e cosa pensa prima, dopo e durante il suo discorso, ma soprattutto dovrebbe capire le origini di queste emozioni e di questi pensieri. Solo una volta che avrà acquisito consapevolezza delle ragioni che stanno dietro il suo modo di pensare, sentire ed agire, uno speaker potrà infatti assumerne il controllo e, da qui, sviluppare la seconda grande abilità QE che è, per l’appunto, l’autocontrollo.
Il compito non è facile, ma ti consoli sapere che, una volta imparato come gestire te stesso, avrai già percorso una buona metà della strada che ti porterà a diventare un comunicatore di successo. Prima di poterci arrivare, però, dovrai sviluppare altre due abilità QE: la coscienza sociale e la gestione dei rapporti.
La coscienza sociale, altrimenti nota come “empatia”, è la capacità di riconoscere e comprendere sentimenti, emozioni e comportamenti altrui. È la controparte “sociale” dell’autoconsapevolezza, la capacità di comprendere a fondo l’altro. Solo dopo aver sviluppato questa abilità, sarai pronto a lavorare sulla quarta e ultima competenza emotiva: la gestione dei rapporti. Gestire un rapporto in modo efficace, richiede infatti che i soggetti del rapporto siano in grado di comprendere e controllare se stessi e di comprendere (senza voler controllare) gli altri.
Per capire l’importanza di tutto ciò, ti basti riflettere sull’origine etimologica del termine comunicazione, che si potrebbe tradurre con “agire in comune, agire insieme”. La comunicazione, infatti, non è un processo unidirezionale in cui qualcuno dice qualcosa a qualcun altro e fine della storia. La comunicazione è un processo bidirezionale, al centro del quale si trova uno scambio tra esseri umani che, per potersi capire tra di loro, devono per prima cosa conoscere se stessi e, in seconda istanza, sforzarsi di comprendere chi sia la persona cui stanno cercando di inviare un messaggio. Solo così chi parla potrà capire come rivolgersi al suo interlocutore ed avere la certezza di essere compreso. Non esiste in fatti un modello di comunicazione standard efficace per tutti, il modello va cucito su misura per ogni singolo destinatario del nostro messaggio.
Difficile? Abbastanza. Impossibile? No di certo: basta sviluppare al meglio le quattro abilità QE di cui ti ho appena parlato. Vuoi scoprire come? Beh… è una fortuna che su questo sito siano presenti i miei contatti… ;-)